La casa è l'osteria del Grillo; il fiumicello è il Ricco, salvo errore; il ponte che lo cavalca segna il confine tra noi e il così detto patrimonio di San Pietro. Abbiamo appena il tempo di raccapezzarci, quando una guida si avanza, domanda se siamo i carabinieri genovesi del battaglione Burlando, e avuta risposta affermativa ci consegna un ordine, scritto in uno dei soliti pezzettini di carta. Niente è mutato nel nostro indirizzo di marcia; solo v'è aggiunto che dobbiamo impadronirci di Nerola, per proseguire ad un nuovo ordine verso Montemaggiore.
Nerola è quel castello che si vede lassù, sulla vetta di un colle davanti a noi, di là dal ponte. A Nerola, ancora ieri, stavano i Pontificii; bisogna assicurarci se ci sono rimasti, e se ci sono bisogna sloggiarli,
Non è più il caso di far sosta all'osteria del Grillo, che del resto è senz'oste e senza vino. Si passa il ponte, leggendo di volo la iscrizione d'un pontefice che lo ha fatto costruire. Era l'uffizio suo; pontifex non significa forse in latino colui che fa i ponti? Arrivati al piede della collina, che di là ci pare una montagna bella e buona, ci stendiamo in catena, e prendiamo a salire secondo le regole. La fatica non è poca; ma si sopporta volentieri. E così bello, dopo tanti giorni di desiderio, fare la prima operazione di guerra! Giunti a mezza costa, ci pare di veder gente lassù. Ci aspettano a tiro; andiamo coperti più che si può. Ma che coperti? se sventolano i fazzoletti! Ebbene, che cosa vuol dire? non potrebb'essere un tradimento?
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