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      Amici o nemici che siano, facciamo le cose a dovere. E si continua a salire, trattenendo gl'impazienti delle prime file, sollecitando i più tardi delle ultime. Così giungiamo al colmo della vetta, senza che ci abbia salutati una palla. Son dunque amici lassù? Amici, di fatti, tutto il popolo di Nerola, poco più di seicento abitanti, già vassalli dei Colonna di Sciarra, oggi liberi cittadini di una libera patria.
      Fin dalla sera innanzi, forse avvisati della presenza di Garibaldi che da Scandriglia è sceso a passo Corese, i Pontificii hanno spulezzato da Nerola. Tanto meglio; a nemico che fugge ponte d'oro. Ma la prudenza comanda a noi di non fidarci troppo: ci sono certe eminenze sulla nostra sinistra, Montorio Romano ad esempio, dove potrebbero appiattarsi le insidie, La nostra prima cura è di mettere avamposti da quella banda, e giù, verso la strada di Montelibretti. Poi si chiede del sindaco, o governatore, o ministro, od altro che sia il personaggio più importante della comunità. Viene il personaggio; dev'essere un ministro di casa Sciarra; mette a nostra disposizione il poco che ha, paglia fresca prima di tutto e la caserma dei gendarmi pontificii, che porta ancora i segni della improvvisa fuga dei suoi abitatori. Sono ancora appesi alle grucce i cappellacci a due punte, di forma abbastanza napoleonica, e alle caviglie della rastrelliera le giberne e le tracolle nemiche, pronto trastullo ai nostri uomini, che, essendo "carabinieri" amano fare un po' di baldoria travestendosi da gendarmi.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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