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      Verso le quattro venne da noi un ufficiale, aiutante o guida che fosse, per recarci gli aspettati comandi del capo.
      A proposito, come si conoscevano gli ufficiali? Pochissimi, come il colonnello Frigésy, come il generale Fabrizi e il capitano Alberto Mario suo sottocapo di stato maggiore, avevano la camicia rossa e i distintivi del grado intorno al berretto: quei pochissimi, naturalmente, portavano al fianco la rivoltina e la sciabola. Pochi altri avevano solamente il berretto e la sciabola; i più, solamente la rivoltina, e vestivano alla borghese, come i soldati, anch'essi capitati al confine coi loro arnesi cittadineschi, signorili o popolani, con cui erano fuggiti da casa; e immaginate in che stato, oramai! Soltanto dopo la vittoria di Monterotondo, i comitati avendo potuto mandare a quella stazione parecchie centinaia di coperte di lana, gialle o lionate, listate di rosso, di quelle che servono ai cavalli nelle scuderie, i volontarii avevano preso a farci un taglio nel mezzo, e nel verso della lunghezza, tanto da poterci passare la testa, in modo che ricadessero i lembi sulle spalle e sul petto, come le pianete dei preti. Quei lembi riuscivano tuttavia un po' più corti; ma non senza grazia, per certi partiti semplici di pieghe che facevano sugli omeri, arieggiando nel garbo e nella varietà del colore il poncho americano di Garibaldi. Quanto ai cappelli, se ne vedevano di tutte le fogge; pioppini a cencio, pioppini a testiera soda, cocuzzoli acuti e falde più o meno larghe, alla calabrese, all'Ernani, alla Bolivar, e via discorrendo.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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