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      Colà si era molto avanzato, troppo avanzato, il nemico.
      La presenza del Generale rianima i suoi. Menotti, Canzio, Ricciotti, Bennici, Bezzi, Missori e tanti altri hanno raccolto quanta gente han potuto: con essa irrompono sulla prateria, Al grido: "Garibaldi! Garibaldi!" è una maraviglia di carica vittoriosa, la più bella che io abbia veduto mai. Paga per tutti il reggimento degli zuavi, che si era fatto avanti il primo, e che è scompigliato, sbarattato, disfatto dalla ondata irruente. Più in là, verso il colmo di una collina, vediamo fuggire a spron battuto uno stuolo di cavalieri luccicanti al sole; forse il generale nemico, che era venuto innanzi col suo brillante stato maggiore, credendo vinta per lui la giornata. Giuochi di fortuna! Che sia nostra davvero? Fu allora, per l'appunto, che un illustre amico, ritornando dalla sua carica vittoriosa, mi passò accanto co! suo bel sorriso costante sul labbro, e mi lasciò cadere questa frase:
      - Ti ho detto tre ore fa che si cominciava male; vedrai che finisce bene. - Ah, foss'egli stato profeta! Ma tutto diceva di sì, in quel momento felice. Mentana era liberata; Vigna Santucci ripresa. Per tutto il campo erano feriti sparsi, alcuni dei quali, al passar dei soldati con le baionette spianate, gridavano: ne nous tuez pas.
      Furono tutti rispettati, lo affermo con giuramento. E poichè sono a parlare di me, lasciatemi vantare; è la debolezza del soldato, quando racconta. Di quei feriti ne raccolsi uno, i cui occhi si erano fissati ne' miei, con una espressione dolorosa e supplichevole; e lo feci trasportare sulle braccia di due commilitoni miei, all'ambulanza della vicina chiesuola.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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