Se poi la roba è un calesse, diciamo pure addio calesse; ve lo sbatacchiano contro un piuolo della strada maestra, o ve lo rovesciano in un fosso, con tutto il suo contenuto, che può essere benissimo di poco valore, ma che ha sempre un certo prezzo d'affezione per voi.
S'intende che una cosa simile, a sentir Biagio, non era mai accaduta. Uno scarto, sì, la signora Nina degnissima gliel'aveva fatto una notte; ma non era stato che uno scarto, e tutto il guaio s'era ridotto ad uno strappo nei finimenti. Quello scarto aveva anche avuta la sua brava cagione. Era una notte di luna piena, e si andava a piccolo trotto dalla salita del Vispa al ponte della Volta. Un palo di telegrafo gittava la sua ombra nera, lunga e ricisa sulla strada bianchissima. Egli, in quel momento, stanco di parecchie andate e di parecchi ritorni, sonnecchiava a cassetto. Quandoque bonus dormitat Homerus....
- Del resto, - mi soggiungeva egli, quel giorno che s'andava ai Rivèi, - se Nina avesse i difetti che Lei ora ci trova, io son sicuro che Lei non la preferirebbe.
Ecco un argomento che non prova nulla; - risposi. - Chi vi ha detto, o Biagio, che nelle mie idee non c'entri anche un vago desiderio di provare la sensazione d'una ribaltatura? Ah, per intanto, ecco qua un piuolo che avete rasentato. Dio guardi, se non era già scamozzato da parecchie generazioni di carrettieri!
Biagio diede un'occhiata di commiserazione al piuolo che io gli accennavo, e sorrise.
- Lei ha buon tempo! - soggiunse.
- Ma sì, Biagio; - diss'io; - quando non tira vento, e non piove, ho buon tempo ancor io, come il primo venuto.
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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