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      È voce comune che una donna possa ascendere ad un trono. Ma i troni, figliuola mia, son pochi, e il favore dei potenti non è sempre volto a ricompensare la virtù, molto meno a rispettarla e custodirla dove la trovi, accompagnata al fugace dono della bellezza. Iddio sceglie le creature che vuole inalzare, e le sceglie tra le modeste e le umili. Sii modesta ed umile, Getruda; abbi sempre davanti agli occhi l'esempio della fanciulla di Nazaret. -
      Piaceva alla bianca Getruda di sentir dire che una donna può ascendere ad un trono. È così bello, un trono! E guardava a mala pena la gente, e non dava retta a nessuno dei tanti che le bisbigliavano dolci parole; perchè nessuno aveva un trono da offrirle, e neanche un posto onorevole sui gradini di un trono. Non è a dire che la segreta ambizione dell'animo suo la rendesse cieca a tal segno da non poter più distinguere nessun pregio in quei poveri aldioni del suo ceto, che a tanta ambizione avevano pur dato ansa con le loro paroline soavi, e più coi loro estatici silenzi. Erano parecchi, i bei giovanotti, a Cosseria, e via via lungo le due valli di Cairo e Millesimo. Ma su tutti riportava la palma quello di Biestro, sceso coi suoi ad abitare al piano, sotto Cosseria, nella casa degli Arimanni.
     
     
      CAPITOLO II.
     
      Di un nuovo Landerico, che andava in tracciadi un'altra Fredegonda.
     
      Marbaudo era un bel giovinotto bruno, gagliardo di membra, e mite d'animo, poi, così mite, che in certi momenti non pareva aver coscienza della sua forza. Agile e destro nei giuochi, com'era valido alle maggiori fatiche, aveva nello sguardo una grazia quasi infantile, e portava con un certo garbo le sue umili vesti di montanaro.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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