- Bisognerà pensare a maritarla, quella cara figliuola. -
Il vecchio Dodone strizzò l'occhio sinistro, come soleva, per dimostrare al suo interlocutore di aver capita la burletta.
Ma subito la sua faccia arguta si compose ad una espressione di umiltà, e diciamo pure di melensaggine rusticana.
- Non dir queste cose a lei, te ne prego! - rispose egli allora. - Ci vuol tanto poco a far montare in superbia le ragazze del giorno d'oggi! La mia figliuola è come tutte le altre, che hanno la bellezza della gioventù e della salute, e si credono di essere Dio sa che gran cosa. Quanto a me, ho altro da aspettarmi che una grande fortuna! Sarò molto contento se mi riescirà di metter la mano sopra un bravo uomo, che non abbia grilli per il capo e ami il lavoro come lo amo io, come lo hanno amato i miei vecchi. Perchè questo è necessario a noi, gente dei campi: amar la fatica, alzarci per tempo e andar tardi al riposo. Vorrei trovare un genero che fosse buono e forte, e m'aiutasse a far prosperare questa terra. Il podere è grande ed ha bisogno di braccia. Su quelle ripe, dove cresce la vigna, non ci si può andar già con l'aratro!
- Ma per questi servizi hai gente abbastanza; - disse Rainerio.
- Ah, sì! Buone lane, che fanno in quattro il lavoro di un uomo! Ti allontani un momento, e lasciano la vanga, per asciugarsi il sudore; quando hanno asciugato il sudore, raccolgono il fiato; quando hanno raccolto il fiato, se ne servono per istare a chiacchiera, fino a tanto non ti vedano ricomparire sul ciglione.
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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Dodone Dio Rainerio
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