Ci vuol vigilanza continua, perchè il lavoro sia fatto; ed io non posso mica esser dovunque, come il bisogno! Avevo un figliuolo capace di aiutarmi, ed ha voluto prender moglie e tenere un poderuccio da sè. L'altro, che mi resta in casa, è troppo giovane e mi pare che s'avvii spensierato a quel modo! Infatti, è forte a suonare lo scacciapensieri sotto le finestre delle ragazze che stanno nel vicinato. Ancora ieri ho dovuto sgridarlo; ho dovuto dirgli che i giovani della sua età hanno l'obbligo di lavorare, di guadagnarsi il pane che mangiano, e m'ha risposto con un'alzata di spalle. "Perchè lavorare? mi ha soggiunto. Tanto, è vicino il finimondo."
- Che sciocchezze! - esclamò Rainerio. - Credete nel finimondo, voi altri?
- Eh, mio signore, io non so veramente, - rispose Dodone. - Se il mondo avesse a finire, come si ciancia da un pezzo, non saremmo noi che dovremmo dolercene di più. Ma siccome potrebbe anche darsi che non finisse, penso che quella vigna vada potata alla sua stagione, quel fieno falciato e rivoltato, quelle castagne raccolte e messe nel seccatoio. E finisca pure, come dicono; ne abbiamo sempre per dieci anni da campar noi, e da pagare i tributi. Perciò, dico io, vuol essere un giovanotto forte e buono, che m'aiuti a far fruttare la terra.
- E quest'uomo pagherai con la mano della tua bella figliuola? - chiese Rainerio.
- Sicuramente. Poichè tanto è destinata per ciò, e qualcheduno l'ha da prendere, è giusto che io pensi a collocarla utilmente.
- Vuoi che ci pensi io?
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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Rainerio Dodone Rainerio
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