So bene ciò ch'egli vuole. Maritarti a modo suo! Quanta cura per noi, povera gente! Ma bada; io non voglio nè scudieri, nè servitori di conti; io voglio un aiuto alla mia vecchiaia; voglio un uomo dei campi, come siam noi, che possa far fruttare questa terra, dove siam nati, e che è un po' più nostra, che non sia di tanti signori, i quali hanno avuto solamente la fortuna di nascere. Noi siamo aldioni, ma sappiamo, quel che la terra vale, e quante gocce del nostro sudore entrino in una spiga di grano, o in un acino d'uva. Questa terra è nostra, e dobbiamo difenderla. -
Ciò detto, e parendogli che fosse fin troppo, il vecchio Dodone voltò le spalle alla sua bella ed ambiziosa figliuola, per ritornarsene alla terra de' suoi sudori; anch'essa insidiata da conti, da ciambellani, da abati e da vescovi; che non ci avevano sudato, per bacco!
CAPITOLO IV.
D'un giovanotto che voleva farsi impiccare, ed'un vecchio che voleva romper l'osso del
collo alla sua figliuola.
Marbaudo, frattanto, non poteva fare a meno di avvedersi delle gite troppo frequenti del castellano Rainerio al podere di Croceferrea. Era vasto il giro dei possedimenti, più o meno legittimi, che amministrava Rainerio; dai Vignaroli a Cairo, e via via per San Donato, per Carcare e Bausile, il dominio del conte Anselmo si stendeva fino alla corte di Lago rotondo, sotto il colle di San Giacomo, toccando sui lati Ferrania e Vignale, con le terre intermedie di Bragno, di Cengio e San Pietro di Millesimo.
Erano tutte terre, a dir vero, sprovvedute di popolo, e noi non dobbiamo giudicare della loro importanza d'allora con le nostre cognizioni d'adesso.
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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