Qualche volta ha l'aria di acquistarne dei nuovi; ma nel fatto non sono che restituzioni fatte dagli usurpatori a lei. Essa è l'immagine di Dio tra gli uomini; essa è fonte e principio di ogni diritto. Vedi i più antichi tra i re, che furono quelli d'Israele e di Giuda: essi erano unti dell'olio del Signore, nel tabernacolo della sua gloria, e ciò bastava a dar loro autorità sulla vita e sugli averi del popolo eletto. Vedi gli imperatori di Roma; il Signore Iddio li riconobbe in Costantino e ne' suoi successori Romani, Greci, Franchi o Alemanni che fossero.
- Bella forza! - scappò detto a Dodone. - Avevano le armi in pugno.
- Ed anche gli Eruli, e i Goti, e i Longobardi, le ebbero; - rispose solennemente Ansperto. - Ma la Chiesa non riconobbe e non unse costoro, che non camminavano nelle sue vie. L'imperatore da lei preferito fu Carlomagno; il quale andò debitore della sua grandezza alla protezione che aveva concessa ai ministri del tempio. Da Dio, per mezzo della sua Chiesa, hanno gl'imperatori la corona e lo scettro: per quel santo olio che tocca la fronte loro, questa diviene augusta, e vi germogliano i pensieri che dettano la legge al mondo. Si scostano essi; in un momento di errore, dalla obbedienza che hanno giurata alla Chiesa? Sono colpiti d'interdetto. Negano i diritti, o privilegi della Chiesa, arrogandosene l'uso per sè? Sono deposti, ed altri nominati in loro vece.
- Capisco; - disse Dodone. - Ma la terra, nel caso nostro....
- La terra non può nè vuole tenerla tutta la Chiesa, che impera sulle anime, e che alla fin fine non è altro se non la comunione di tutti i fedeli.
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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