Essa è un'autorità di pace, un vincolo di amore tra gli uomini. Essa cede la terra a chi sa coltivarla, e non chiede per sè che la decima dei frutti, stabilita dalla legge divina. Ma ci son terre che un giorno non furono più di nessuno. La collera di Dio era passata sulla faccia del mondo, e la guerra degli uomini aveva devastata ogni cosa. I campi che tu coltivi, o Dodone, furono per gran tempo sterili; come i dorsi di Gelboè, dove periva il re Saul, abbandonato dalla protezione del Dio degli eserciti. A quei campi intristiti, dove regnavano le fiere, ha rivolte le sue cure la Chiesa. Essa, che si oppose da sola all'oltracotanza dei barbari invasori, essa arginò i vostri fiumi, risanò le vostre valli, ripiantò la vite sulle colline, dissodò il campo, vi condusse l'aratro e vi seminò il grano che doveva sfamare i vostri padri. E quando un così grande benefizio fu assicurato, e un po' di gente timorata potè raccogliersi a vivere, a prosperare in pace, sotto l'ombra del tempio e sotto la protezione di Dio, dovevano venire i conquistatori ad usurpare il diritto antico e nuovo della Chiesa ristoratrice? La Chiesa può riconoscere la loro autorità, se è benefica, tener conto delle rette intenzioni e consacrare il poter loro sui popoli; ma essi debbono riconoscere i diritti della Chiesa, onorarne i privilegi. Dove essa è padrona, poi, dove le testimonianze viventi assicurano il suo legittimo possesso, nessuno può far atto di padronanza che non sia sacrilegio. Perchè non chiedono un componimento? perchè non domandano di acquistare dall'enfiteusi un diritto che l'usurpazione non dà? -
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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