- In che modo?
- Non saprei dirtelo ora. Tu, del resto, vuoi capir così poco!
- Eh, capir molto non è mai stato il fatto mio. Viviamo tra i sassi, e siamo un po' duri come quelli. Ma una cosa capisco bene: che il podere di Croceferrea ha bisogno di uno che lo ami e lo faccia fruttare come ha fatto finora il vecchio Dodone.
- È un savio consiglio; - disse Rainerio; - ed è tale da piacer molto al conte Anselmo. Ma io te l'ho già detto una volta; piacerà poco alla tua bella figliuola.
- Speriamo che qualcheduno la consiglierà, per il suo meglio, e per quello di suo padre; - rispose Dodone.
Rainerio gli diede una guardata, e lasciò cadere il discorso. Il silenzio del castellano poteva anche parer naturale, poichè erano giunti nella caminata, ossia nella sala maggiore della casa, dove il castellano esercitava gli atti della sua giurisdizione, e si trattava di noverar le monete che il vecchio Dodone non traeva senza sospiri dalla sua borsa di cuoio.
- Ah vecchio briccone! - brontolò il castellano, come quell'altro fu partito. - La consiglierà qualcun altro! Sì, veramente; e qualcun altro comanderà per tutti. -
E chiuso nella cassa ferrata il tributo di Dodone, escì dal palazzo per andare al chiostro di Santa Maria.
Ansperto non fu poco meravigliato vedendo comparire nella sua cella il castellano Rainerio. Si alzò, con molta premura, per offrirgli una seggiola, e gli chiese frattanto a qual cagione dovesse egli ascriver l'onore di una visita così ragguardevole.
Rainerio non gli lasciò finire la frase, e sedutosi a cavalcioni sul primo scanno che trovò presso il leggio del canonico, gli disse:
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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