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      - Ma almeno egli non si opporrà a questo matrimonio senza una giusta cagione.
      - Sia pure; ma io, investito della sua autorità, ne ho una giustissima per ricusare Marbaudo. Il fondo di Croceferrea, per confessione del vecchio censuario, ha bisogno di un uomo forte e intelligente, che lo conservi nel suo stato presente di prosperità, ed anche lo migliori, se occorre. Ciò basta perchè l'autorità mia s'intrometta e respinga la domanda dell'aldione degli Arimanni. In queste valli, da Saliceto a Biestro e Lagorotondo, da Ferrania a Millesimo e Cengio, ci sono a dozzine più forti giovani e più intelligenti di lui.
      - Dodone non li ha trovati; - notò il canonico, che tentava le ultime difese.
      - Se non è che questo, - rispose il castellano, - gliene troverò io quanti vuole.
      - E potrai farlo sicuramente; io non ho pratica di queste cose; - disse Ansperto, inchinandosi. - Ma non è men vero che la fama di Marbaudo, come buono e forte villico, è sparsa per tutta la valle. Io ricordo ancora che l'anno scorso, in otto giorni, falciò egli solo il gran prato che fu già della chiesa, tra San Donato e il podere degli Arimanni. -
      E sospirò, il canonico Ansperto, proferendo la frase: "che fu già della chiesa".
      - Ah si, bella forza! - esclamò il castellano. - Si potrebbe doverlo falciare in quattro giorni, il gran prato, e poi vantarsi, come di un prodigio compiuto. In sette fu creato il mondo, così grande e così vario com'è, con tutto il suo corteggio di stelle; - soggiunse Rainerio, ghignando maliziosamente.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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