- Ah! - ripetè il banditore. E ci voleva tanto a capirla? Coloro che fanno la legge sanno bene da che piede ella zoppichi. Andate, ora, buona gente. Io debbo ancora recarmi a far la grida a Millesimo, davanti alla chiesa di San Pietro.
- Anche quei di Millesimo entreranno in gara?
- Se vogliono, perchè no? La pagina del conte dice chiaro che tutti gli uomini di queste valli possono concorrere. Ma voi altri, giovanotti di Croceferrea e di Brania, sareste davvero uomini di pan di castagna, se vi lasciaste rubare questa Ingetruda, o bella, o ricca che sia.
- È bella, - disse uno per tutti, - e suo padre è in voce di non essere il più povero di queste valli.
- Tanto meglio! Colui che la sposerà, potrà dire d'esser nato vestito. E questa bellezza non è venuta oggi agli ufizi divini?
- Sì, c'era; ma alle prime parole che tu hai pronunziate, è fuggita. Capirai.... la vergogna....
- È naturale, ed io la scuso; - disse Scarrone, ridendo. - La modestia torna bene al viso delle ragazze, come il buon vino alle labbra dell'uomo che ha lungamente parlato alle turbe. -
Ciò detto, il prode banditore ne bevve un altro sorso; poi diè di sprone al cavallo.
- Dio ti guardi dal male, o Scarrone!
- E voi, e voi, buona gente; - rispose il banditore. - A noi altri, ora! soggiunse, volgendosi alla masnada. - Galoppiamo a Millesimo. -
I soldati si mossero, seguitando il cavallo di Scarrone; che veramente non galoppava, ma prendeva il trotterello delle bestie sode, che sanno di portare in arcione una persona di riguardo.
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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