...- balbettò Ansperto, che non sentiva davvero la voglia di una corsa notturna, e per riuscire ad un urto in cui temeva troppo di avere la peggio. - Ma io.... son vecchio.... pieno d'acciacchi....
- Ho capito! Aggiungi pure di guidaleschi, come certe bestie arrembate. Io ti ho dato un consiglio che non è da diavolo, e il diavolo (dovrai riconoscerlo) non è così brutto quanto si dipinge. Ora tu farai quel che ti parrà meglio; a me resterà la noia di compiangerti. Canonico Ansperto, a rivederci.
- Mai! - borbottò il canonico, facendo un crocione in aria tra sè ed il suo interlocutore.
- Mai? - ripete l'altro. - Non lo giurare, Ansperto. Se vai diritto per questa via, ci si rivede di certo. Ah, che buon fuocherello per le mie veglie invernali! Come vorrà scoppiettare allegramente, rosolando i lombi di un così dolce canonico! -
Il prete sudava freddo; ma il timore di destare la collera del conte Anselmo e del suo castellano Rainerio fu per allora più forte di ogni altra considerazione.
L'altro si allontanò, sogghignando, e parve ad Ansperto che lasciasse nella stanza odore di zolfo.
Come il prete lo ebbe veduto sparire e richiudersi l'uscio dietro, gli crebbe la paura di ciò che aveva veduto ed udito.
- Bertrada! - gridò egli, appena potè riaversi. - Bertrada! - soggiunse, rinforzando ancora la voce.
- Eccomi, zio, eccomi! - rispose la nipote, accorrendo.
Ansperto la guardò fissamente; rimase un istante muto, con gli occhi sbarrati; poi, riprendendo a grado a grado gli spiriti, le disse:
- Lo hai accompagnato sino all'uscio di strada?
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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1909
pagine 213 |
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