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      Si capisce che non lo dicono ai Cristiani, loro nemici giurati. Ma la cosa è così, come io ti racconto, per levarti quella gran paura di dosso. Animo, dunque, banditore! andiamo a Croceferrea, per salutare la sposa. Qui, per intanto, non si beve; mentre lassù non ti potrà mancare un'anfora di buon vino. -
      Intronato da tutte quelle chiacchiere, il banditore non sapeva più che pensare. Legio non era il diavolo, non era un negromante; aveva i segreti dei rabbini; chi era egli mai? forse un Ebreo egli stesso? In questo caso, e per le idee di quel tempo, tanto valeva che fosse il diavolo a dirittura.
      - Ma tu.... - balbettò egli, - tu che sai tante cose, e vinci coi segreti della natura, chi sei? Chi dovrò io annunziar vincitore?
      - Curiosità, madre di sapienza! Contentati, per ora, del mio nome di battaglia; l'altro, con tutti i titoli annessi e connessi, lo avrai a suo tempo, quando si tratterà di presentarmi alla bellissima sposa. Non temere, o Scarrone; la perla di Croceferrea andrà in mani ben degne di riceverla. Getruda non s'immagina certamente di avere tal marito, nè Dodone tal genero; egli che voleva ad ogni costo darla in moglie a quel suo rustico Marbaudo. A proposito, e dov'è, il giovanotto? -
      Marbaudo era sparito, e Legio sorrise, vedendo libero il campo.
      - Ah, bene! - esclamò. - Egli ha preso il nostro consiglio, e senz'altre querele si è allontanato da noi. Speriamo che si consoli, quel poveraccio. Tanto, la bionda Getruda non era fatta per lui; a ben altri, e più ragguardevoli uomini, avrebbe da far girare la testa costei!


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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