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      ... Ma tu non sai che cosa sia la seta, o Scarrone. È un tessuto fine e lucidissimo, composto di tanti bei fili, che si traggono da un bel vermiciattolo giallo, laggiù nelle parti d'Oriente. Qui si conosce poco, la seta; ma la conobbero e la usarono gl'imperatori romani; la conobbe e la pregiò Carlomagno; ma ebbe il torto di farne mantelli ai cavalieri della sua corte, per usarne alle cacce d'Acquisgrana, e un rovescio di pioggia gli guastò così tutta quella che aveva ricevuta in dono da Arun el Rascid, il grande sultano di Bagdad. La seta, pur troppo, non regge bene alla pioggia; ma guarda come luccica al sole! E su quei cuscini di seta, vedi che bei scrignetti d'avorio e di ebano, pieni delle perle del Mare di Persia e dell'oro d'Etiopia! Guarda queste altre pietruzze, così lucenti, e di tutti i colori dell'iride. Son rubini, topazii, smeraldi, balasci, crisoliti, amatiste, opali, zaffiri, lapislazzuli, onici e tant'altre gemme, i cui nomi ti sarebbero famigliari, se tu avessi in pratica la istoria naturale di Plinio. Ma su tutte, bandiscilo pure a suon di tromba, primeggia questa qua, che ti parrà di cristallo, ma che manda fiamme di vari colori, attraverso le sue facce scintillanti. Questa è detta diamante; e non è scavata dalle viscere dei monti, nè dal letto dei fiumi; bensì è stata levata dalla testa del drago Efiraz. Tu sai, e se non lo sai te lo dico io, che il drago, quando ha fatto i cent'anni, muta il suo cervello in purissimo diamante, e d'anno in anno quel diamante gli cresce in volume e in bellezza.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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