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      Nè altra selvaggina vi ha pagati delle vostre corse?
      - Triste caccia, signore! - rispose il capo dei militi. - Queste valli, dove altre volte abbiamo avuto tanta fortuna, sembrano oggi colpite da una maledizione del cielo.
      - Che dici tu mai? - gridò il conte Anselmo, rabbrividendo. - Una maledizione! e perchè?
      - Il caso di Bertrando ne è già una prima prova, messer conte. Bertrando non ha mai fallito un colpo, quando era a un trar d'arco dalla preda. E poi, al ritorno, abbiamo veduto certi uccellacci mostruosi!...
      - Dove?
      - Assai vicini a questo luogo, donde parevano aver spiccato il volo. Andavano in lunga schiera come le grù, e sono spariti dietro i monti del Cengio.
      - E non avete lanciati i falconi?
      - Sì, l'abbiam fatto. Ma i falconi, messi in caccia, non raggiunsero nemmeno la schiera degli strani uccelli, e ritornarono indietro spaventati. Chiedine al capo falconiere: ti dirà che tremano ancora. -
      Il capo falconiere. confermò le parole del milite.
      - Non posso intendere che cosa sia stato - diss'egli. - Sospetto quasi una malìa. Le mie povere bestie rifiutarono perfino il cibo, con cui avevo disegnato di confortarli. Anche i cani, messer conte, quando passò davanti a noi quel negro stormo, diedero segni di terrore. Si tiravano indietro, si accostavano gli uni agli altri, e guaivano, come quando la terra trema. Oh i brutti uccelli neri! e non mai veduti finora!
      - Speriamo di non vederli mai più; - disse il conte.
      - Dio guardi, se pronosticassero la fine del mondo! - mormorò uno dei militi.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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