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      Appena l'ebbe avuta, occupò la Puglia e la Calabria, che erano allora in balia dei Greci, ritenendole come dote della nuora.
      Questo negozio per altro, non gli andò così bene, come tutti i precedenti; e non è il caso qui di narrar tutto per filo e per segno.
      Lui morto nel 973 a Minsleben, nella Turingia, gli successe Ottone II, che morì ventottenne a Roma, dieci anni di poi, ma dopo aver fatto dichiarare imperatore suo figlio Ottone III, che aveva a mala pena tre anni. Scampato per miracolo alla tutela, o peggio alla prigionia di Enrico di Baviera, suo cugino, l'imperatore fanciullo cadde in balia dell'arcivescovo di Magonza e del vescovo di Hidelsheim, che veramente governarono sotto il nome di lui.
      Per tutto il tempo della minorità di Ottone III non furono in Germania che discordie continue, e guerre con varia fortuna, tra i suoi grandi vassalli. Neanche Roma riconosceva l'autorità del nuovo imperatore. A Roma, del resto, non si riconosceva, allora, che il sovrano abbastanza forte per andarsi a far coronare.
      Teofania, la giovine madre di Ottone, era scesa bensì in Italia, con grande nerbo di soldati; ma senza rimediare a nulla. Fu necessario che andasse il figliuolo, compiuti i sedici anni d'età.
      Eccoci dunque al 996. Ottone III passò le Alpi, assediò Milano, l'ebbe, e vi fu incoronato re dei Lombardi. Ottenuto frattanto che in Roma fosse nominato papa un suo cugino col nome di Gregorio V, ebbe da lui, per ricompensa, il titolo d'imperator de' Romani. Si sa, una mano lava l'altra; e tutt'e due dettero noia al povero senatore Crescenzio.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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