... (la drizza sui guanciali, le alza la testa, e fissa pel finestrone.... Dal terrazzo si vedrà sfilare sull'acqua un'immensa processione di lumi, lentissima, imponente).... Che è?... È il funerale di Tiziano! (chinandosi sulla figlia). Tutto è finito! Famiglia ed Arte!
SCENA ULTIMA.
MARCO(3), dalla scala di terra, sale al terrazzo, lo attraversa frettolosamente e giunge all'uscio: sta in sospeso per la gioia: trova semiaperto ed entra.... Il TINTORETTO gli viene incontra, reggendo la figlia sulle braccia.
TINT. Non è più tua! Ella è d'Iddio e dei posteri!
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L'Ugo, che l'autore dedica alla sua prima amarissima delusione, è la prima parte d'un romanzo sul secolo X, che vide la luce nella Vita Nuova. Il genere astruso dell'argomento e dello stile stancò i lettori del giornale abituati al facile leggere. Raccolto poi in un volume, la critica l'addentò colla sua solita inconsulta voracità(4). Il Bazzero ne restò tanto conturbato che non volle più continuare. Rileggendolo in questi mesi ho risentito ancora il sentimento faticoso della prima volta, ma se l'affetto non mi fa velo, credo che vi siano in queste 130 pagine, cinquanta almeno degne d'un grande scrittore. E non sarebbero poche per un libro! Che tempi fossero quelli ch'egli vuole descrivere, ce lo dice presto in un modo vivo e incisivo:
Erano quelli i tempi in cui un cavaliere noverava, come un sellaio, le fibbie e i chiodi della sua sella da battaglia e neppure sbagliava in un sopranome a quegli arnesi e forse forse moriva senza tutto avere appreso il paternoster dalla bocca della madre o del chierico: tempi in cui, io credo, che la natura non si sarebbe messa su via fallata, se avesse ai priminati delle famiglie baronali dato a vece di cranio addirittura un elmo, a vece di lingua una lama, e per cervello qualcosa di bollente che fuori uscisse e fosse mostruoso cimiero.
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