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      Le Corrispondenze sono argomenti semplicissimi, che il Bazzero eleva a una maggiore dignitą. Pur scrivendo per conto di giornali di Moda e di Sport non riusciva mai lo scribacchiare a questo povero uomo. Aver la penna in mano voleva sempre dire per lui erigersi a interprete e quasi indovino delle cose, come se la sedia del suo studiolo fosse il tripode e Nume fosse per sč l'umano pensiero. Di qui forse una soverchia abbondanza d'addobbi che pare quasi una verbositą senza significato, e non č che una eccessiva riverenza; di qui anche una risonanza nell'incedere stesso della parola, che pare gonfiezza e non č che una musica che accompagna la venerata Idea. Chi ama adora, e chi adora prega a lungo e canta. Ma fatta la debita parte alla foga giovanile, poco gli manca per essere qua e lą un modello di stile. Cercate alla pagina 302 la descrizione d'un paesaggio alpestre sopra Oropa e giunti lą dove egli parla di una vacca che appare col muso gemmato d'acqua, le corna sporche di terra, con una bava che fila gił dalle mascelle spostate dal ruminare, che sbarra gli occhioni, e colla coda sferza una mosca, poi sprofonda la gamba nana nei cespi di rododendron.... leggete, giudicate. Non č pił l'infinito azzurro, non č pił la vaporosa visione aleardiana, č una vacca viva in mezzo a un armento vivo.
      Le Melanconie di un antiquario che chiudono il presente volume sono variazioni artistiche e spirituali sopra il Natale e altre feste dell'anno, pubblicate come articoli d'occasione nel Pungolo di Milano.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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