Posso scrivere lo stato dell'anima mia?... Eppure voglio sfogarmi: voglio lasciare un foglietto che attesti questo tristissimo compleanno. Lo leggerò io? quando? come? Lo leggeranno gli altri? quando? Quando io sarò morto, quando frugando entro le mie carte, i miei parenti diranno: - Aveva un po' del matto! - e mi compiangeranno. Lo leggerò io? Non so perché, ma fra l'immenso buio che mi ottenebra la vita, un po' di lume cade su quella scena ineffabile che ho sognato mille volte: - cioè: - una donna, la mia donna, spierà me che apro il cofanetto di ferro.... Apro e tolgo anche questo foglio. Lo leggiamo insieme.
Se oltre i trent'anni mi aspettassi l'ineffabile felicità che sogno! Consento ad amare poco la mia famiglia, ad essere misantropo, ad essere così scoraggiato, per apprezzare te doppiamente, o mio ideale, o mio unico segno, o mio completamento! Ti desidero, ti supplico, ti voglio! Quante volte oggi satanicamente ghignai alla canna del mio fucile, dicendo: - Dentro c'è la morte! - e guardandone la nera bocca, e invidiando la suprema voluttà della morte..., mi sorrideva a un tratto l'idea: Avrai pace, anima! Nel futuro avrai tante gioie a compensarti i dolori, gioie tranquille, pure, castissime... Sei brutto, corpo mio, ma sei buona, anima mia! Oh sì! sei buona, sei casta, sei amantissima! Voglio anche esser morto, quando la donna mia trovasse questo foglio! Certo non riderebbe!
L'inattività, l'inutilità mi avviliscono, il deserto mi schiaccia.... Come soffro! Nessuno mi conosce, nessuno oggi più mi soccorre di una parola, nessuno mi incoraggia alla vita!
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Avrai Sei
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