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      Ieri, verso sera, ho veduto una bambina coi capelli biondi, colle pupille azzurre, una poverina che sedeva sui ciottoli, senza pensiero, col sorriso dei suoi otto anni. La mirai a lungo. Pensando che s'avvicinava la sera e a casa mi aspettava la minestra calda col buon brodo, e la carne, e la lucerna allegra, e la tovaglia di buon augurio, avrei voluto condurla con me e darle la mia parte, e sorriderle.... Che cosa avevo io fatto nel giorno per trovarmi servito, scaldato, allegrato? Povera bimba! - Lo dissi alla mamma: - Una bimba come quella non oserei sognarla mia, - e tacqui. La mamma mi raccontò che quella sgraziata aveva una matrigna che la trattava a busse e le faceva soffrire la fame. O mamma, quanto avrei voluto baciarti: mi riconciliai con tutto, con tutti, volli fugare i miei fantasmi di dolori, volli che tu fossi il mio tutto. Come potrei io dedicarmi a te? oscuramente, ma santamente provarti sempre che t'amo e contrapporre alle mie sciocche ambizioni, all'amor proprio trafitto, alle vane gare in cui sanguina il cuore inutilmente, contrapporre il tuo affetto sempre placido, sempre religioso, sempre benedetto, non mai ridicolo?
     
     
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      O Lidia, Dio è l'ironia! - Il buio!
     
     
     
     
      ULTIMO GIORNO DELL'ANNO 1876.
     
      Domenica, 31 dicembre.
     
      Mancano tre ore e l'anno sarà finito. Queste tre ore voglio sentirle minuto per minuto, voglio goderle.... Come le gode la gente pratica del mondo? Divertendosi e gozzovigliando.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Lidia Dio