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Oggi si chiude un anno, un tristissimo anno. Colle speranze, coi ricordi, colle illusioni. Ella mi appartiene quasi, fino all'ultimo minuto di questo anno; domani si apre un anno nuovo, un anno che sarà importante per lei: sento che mi sfugge sempre più, che non è.... che non sarà mai più mia!...(5) Mio Dio, rendila felice! - Io mi illudo sempre nel mio dolore: rileggo la sua lettera, ribacio il suo ritratto, sento nell'animo la sua voce, e sono superbo, contento, felice, ma sogno, sogno: la verità non è ancora entrata nel mio cuore, io non sono persuaso che non la vedrò più! che non ho più diritto a pensare a lei!... Anno tristo, la mia vita è spezzata. Io ero nato per l'amore, per la donna, per la casa, per le sere tranquille, per un bambino, per sperare, per sentire la famiglia a benedire tutte le mie febbri, le mie aspirazioni, le mie malattie: e invece? Io vedo dinnanzi a me giorni e giorni e anni e anni che passeranno, solo conforto: che passeranno.... senza più ambizione di un nome, senza desiderio di una donna, senza coscienza di un'anima, e sempre più col bisogno di una donna! Non voglio più scrivere. Nè so scrivere. Mi inginocchio e prego il suo Dio, quello che ella pregherà per me: - Dio, ho bisogno dì credere! io mi sento buono! io mi sento il cuore!
Quando pensavo a lei, sentivo la fede e Dio! quando mi sentivo squallido e senza speranze, pensavo al suicidio, quasi come a un candido sogno! quando vedevo dei luoghi ameni: dicevo - qui non c'è lei! - quando vedevo delle fanciulle mi sentivo l'anima innondata di pace! quando vedevo dei bimbi, mi venivano le lagrime agli occhi!
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Mio Dio Dio Dio Colle Dio
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