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      ... Amo Lei! Lei! Tutta la mia giornata è per Lei! Studio per Lei, di giorno: studio per Lei, di sera! penso a Lei, di notte! - Penso ch'Ella deve esser felice, e per non turbarla, non mi uccido! Ma chi più mi trattiene? Che mi aspetta? - Che cosa è il mondo per me! - Se potessi viaggiare e viaggiare e stancarmi! - Come passo le sere e le giornate da solo. - Sere di primavera, coll'odore delle violette di Limbiate! Giornate di primavera con una trista, strapotente insidia di voluttà nelle membra! - E voglio esser casto! Chi lo sa? Chi lo sa il mio martirio? Chi lo apprezza?
     
      3 marzo. - È primavera. È domenica. Suonano a distesa le campane. Domani andrò a Limbiate e qualcosa saprò.... Avrò coraggio di domandare di Lei?... Mi spaventa un tristo presentimento dacché non ha Ella risposto al mio biglietto.
      Mio Dio! che vuoto! Non sono stato ad alcun veglione; eppure oggi io mi sento tanto triste, e inquieto e svogliato, come se fossi stato a sciupare la mia notte.... Mi conforta il pensiero che Ella leggerà il mio libro Lagrime e Sorrisi. È donna e lo capirà. Che importa a me del mondo?
     
      6 marzo. - Torno adesso da Limbiate, e subito corro quassù a leggere queste mie memorie, e vorrei scrivere sempre un pensiero, sempre un dolore, sempre un'illusione. Domani, giovedi grasso, quando gli altri godranno, io scriverò, e penserò, e piangerò.
      Non ho saputo niente di Lei!
     
      30 marzo. - Il nostro povero cane di Limbiate è ammalato. L'amo perchè è tanto legato alle mie memorie! Nel novembre 1873, quando solo mi addormentavo nella mia stanza fredda gustando le sante, melanconiche, dolcissime mie speranze: il povero cane mi dormiva a' piedi del letto.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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