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      Quando a cinque ore, al tramonto, io vedevo, fra gli sterpi e le ruine scalcinate della darsena del laghettone, e contemplavo nell'acqua il riflesso roseo del cielo e sentivo la solitudine delle acque e delle tristi pinete, fingendo di trovarmi sulle rive del Mincio, e pensavo sospirando all'amore.... quando là al laghettone, riassumevo la giornata e chiusi i fascicoli di diritto speravo e speravo e speravo!... il povero cane mi era accosto. E, ricordo, ho sorriso a lui, che mi trovava solo, meditabondo, amoroso, a quell'ora, a quel luogo! E credo qualche volta di avere avuto quasi soggezione di lui!... Povero cane, povero amico!...
      Tutti i giorni passavo un'ora o due al cimitero e pensavo alla vita, a una fanciulla, ai bimbi, alle sue toilette, ai suoi nonnulla, alle sue scarpine, ai suoi guanti, alle sue moine, - lì fra le croci e le foglie secche col sole pallido e le stradette umide io vivevo! O speranze! o memorie! - Io lavoro: studio il tedesco. Mi avvinghio sempre più al passato. Dove l'avvenire?
     
      31 marzo. - È morto il cane! Povero Chellen! povero amico!.... A poco a poco là s'infrangono gli anelli che mi legano al mio passato.... O mio avvenire! O Lidia, se tu sapessi la mia sensibilità, la mia poesia, le mie lagrime! Mi è caro tutto ciò che nella mia memoria è legato con te... Ma non poteva Dio volere ch'io non li vedessi, ch'io fossi tranquillo, ch'io amassi un'altra fanciulla, ch'io a quest'ora fossi già marito e padre, ch'io fossi felice? Perchè Dio volle diversamente?


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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