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      Come mi sentivo artista, buono, solitario! - Sono scorsi già quattro anni. Quattro anni! E come sono io oggi? - Oh! leggo, leggo alcune scene. - E ricordo quello che mi dissero Marenco, Lombardi, Ferrari. - Oh come ho bisogno di risvegliarmi, di risvegliarmi alla vita, e dire ho la donna, e le gioie dell'Arte!
      Ma è un sogno. E desidero di morire.
      - L'anima mia che è?
      Oh! s'io morissi! Ma s'io morissi, le fanciulle continuerebbero a prendere marito.
      Mi è pure uscita una triste parola. - Oh la donna! valgono tanti tormenti dell'anima per lei?
      La donna! avessi ascese le scale del lupanare, quando, a diciott'anni mi vennero le prime melanconie, e correvo tutti i giorni a pregare Dio, e non per me! Ah! ero troppo stupido!
      Ma uno scopo ci dev'essere all'attività; alle febbri della mia età. Non sono nato per i divertimenti, non per lo studio, non per la gloria - oh potessi fare il bene, sì, e obliarmi nel beneficare chi soffre. Unico scopo, la carità.
     
      31 dicembre 1878. - Ultimo giorno di un anno inutile nella mia vita. - Ho studiato l'inglese e il tedesco: ho letto molto: ora leggo molto, e con un ordine. Voglio farmi un'idea netta della letteratura del nostro secolo, e passo le giornate al tavolo colle grammatiche, e alla biblioteca con Monti e Manzoni e - sono sempre scoraggiato.
     
      1° gennaio 1879. - È passato anche il 78!
      E Lidia ove sarà? che farà? Si ricorderà di me? Ho riletto tutte queste memorie. Ho sperato sempre e spero ancora.
     
      3 gennaio. - -Oh se potessi andare a Venezia! E le conseguenze?


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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