Ah potessi essere egoista e avere i mezzi di esserlo con i fatti! Essere egoista, osceno, pigro, poltrone, ghiotto, e consumare il cervello coi vizî, non coi pensieri nobili - Ma che faccio infine? - Ho riletto il mio Tintoretto e sono mestissimo! Quante illusioni e quanto amore!
11 gennaio. - Come mi spaventa il mondo! E chi è questo mondo?... Oh come sto meglio nella solitudine di Limbiate! dove non sento nemmeno questi nomi!? E il mondo dopo aver ciarlato una settimana, s'annoia, e cerca un nuovo pettegolezzo: e ad esso si dovrebbe sacrificare tutta una vita? - Ma perchè questi pensieri, con tanta evidenza? - O Lidia, come stanotte ho vegliato penosamente! Ho pensato al mio avvenire. Sono stanco di studiare, così, senza uno scopo. Eppure quando a teatro sento qualche bella cosa, santa, morale, scritta coll'anima e col cuore, mi dico: - Mi sento anch'io chiamato a fare del bene? Sì, e bene! - Bisogna combattere la nuova letteratura da postribolo. Ho pensato a fare pratica di notaio o di avvocato, e fare gli esami. Ma che carriera sarebbe per me? - Oh che tormento! E che cosa faccio? - Da un poco di giorni penso seriamente di parlare al Parravicini e farmi da lui occupare nella Congregazione di Carità. Almeno fare un po' di bene! giacchè non posso essere egoista! - Che faccio? Che farò? - Studio, studio, mi occupo a leggere operone e non elzevir, riconduco il mio pensiero al grande, al bello, al dignitoso. Ma mi annoio anche! Non ho una parola gentile che mi aiuti!
13 gennaio.
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Tintoretto Limbiate Lidia Parravicini Congregazione Carità
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