17 febbrajo. - Come sono felice! Io amo e sono amato! O Lidia, l'anno scorso, di questi giorni, chi me lo avrebbe detto? Ma sentivo che l'anime nostre dovevano incontrarsi!
Jeri ho adorato la Madonna della nostra Pinacoteca fingendo ch'Ella fosse con me, con me felice, sorella, vergine! - Come sono felice! Sento di vivere! Sì, e parlo in casa, e fuori di casa, pel primo, mi intrattengo coi conoscenti, parlo, rido, non abbasso gli occhi.... Vivo! o Lidia, da quella prima sera che ti vidi a Limbiate ad oggi come ti ho sempre amato! ma quale scoraggiamento nel pensare "Mi amerà lei? o almeno si ricorderà di me?" Forse Ti ero indifferente! - Ma in questi giorni mi ami! mi ami!
O mamma, come sono felice!
Come Ti amo! Ma ricomincia il tormento: - Come farmi una strada? - come lavorare a prepararmi un avvenire?
Io sono poeta!
18 martedì. - Jeri sera come fui melanconico e scoraggiato! Come farmi una strada?
19 febbrajo. - Etant pauvre il faut que je travaille. - Come mi addolorano queste parole! In casa si discorre di comperare carrozze. In sei anni io credo che ventiquattro mila lire si sono spese per questo inutile lusso. E tu lavori!
Jeri sono stato a passeggiare verso Limbiate, per sentirmi felice, per dire - là, là, un giorno ci troveremo e Ti condurrò in quei luoghi ove io ho pensato a Te e ho pianto! - Si vedevano i bei monti! Entrai nel cimitero di Porta Comasina per dedicare un mesto pensiero alle mie sorelle.
Come sentii la vita! Come pensai a Te! Come Ti volli mia, al mio braccio sorridente fra le croci, melanconica per quanto hai sofferto, fidente pel bene che Ti farò io!
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