Passai dinanzi al palazzo G. pauroso, religioso, raccolto, con amorosissimi pensieri: era illuminato dal sole: certe finestre aperte: nella corte si stava attaccando una carrozza.... Passai, ripassai, pieno di paure, e di memorie e di speranze.... Oh sì! Dio, li hai calcolati quei momenti, perché ora mi fai tanto felice!
Ma l'avvenire! l'avvenire come me lo preparo? Con che lavoro? con che via?
20 febbraio. - È venuta un'ora di sconforto! - Da alcuni giorni sono al Museo Archeologico, colla pretesa di studiare le armi, ma veramente per farmi un po' conoscere dall'alta camorra artistica e municipale e forse mettermi a fare qualcosa. Passo delle ore là, ma adoro le Madonne e penso a te, o Lidia! Che importa a me delle armi rugginose? Quello che mi tormenta è la vita! Soffri tu? Sei nervoso? Sei ardente? È vero amore il mio? Perchè sono tanto infelice?
21 febbraio. - Come sono felice di amarti! Ma perchè sono incatenato? - Sento la poesia: ma oh quante volte penso al positivo, e faccio dei calcoli. Mio padre è ricco: scriverò un dramma per farmi una posizione?! È passato il tempo di queste ingenuità: non è passato l'amore.
23 febbraio. - Alcune volte come mi spavento! Oh potessimo esser felici! Noi due, noi due soli, e una bambina, noi, tranquilli, indifferenti del mondo, religiosi, artisti, casti, felici!
I sogni mi stancano con maliarde voluttà: oggi mi sento la testa grave.
24 febbraio. - Ho abbozzato una lettera per Lidia. Trepido e tremo.... Sono io geloso?
25 febbraio. - Come mi spavento in mezzo alla gente, pensando alle mie segrete speranze!
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