Sciocco! ieri lessi un libro di scienza. Dio non c'è: il fato è tutto: l'ideale nulla. - Dunque io sono un povero sciocco!
Padre mio, Ti sei tormentato tu pensando: Dio c'è, o non c'è?
La scienza nuova, le nuove lettere mi spaventano: non leggo niente per non turbarmi, e se qualcosa mi capita sotto gli occhi, sento lo squallore del materialismo e dell'ateismo. Sono un fanciullo, non sono un uomo: non oso pensare, non oso leggere: sto bene nelle mie dolci illusioni dell'ideale e di Dio. L'archeologia mi occupa tanto: cerco libriccini, leggo, annoto, confronto, vorrei farmi conoscere e entrare in qualche commissione, ma quante volte, quando splende il sole e le pagine sono gialle e rose dai tarli, quando la primavera regna e rifulge ed anima e suscita e tormenta, e la carta morta sta morta, quando una donna, una sposina entra a visitare la Biblioteca, una sposina con un mazzetto di viole e l'oblato sta lì giallo su un mucchio di libri a studiare le teorie della poesia rettorica o di Dio scolastico, quando da una finestra col sole entra il suono di un pianoforte ed io mi sento il cuore gonfio, - quante volte dico: - Al diavolo, o carte vecchie!
Da un mese vado in uno studio da pittore. M... sta facendo il ritratto di una sposina, morta st'anno. Nello studio vi sono i suoi abiti, i suoi pizzi, i suoi nastri. Un giorno li toccai con riverenza, un altro senza che io tanto ci pensassi, chinai la testa su uno di quegli abiti e lo baciai. Amo quella morta, ed è bruttina: ma era donna!
E nei sogni, nei sogni mi viene la femmina nuda, viscida, spossata, o ardente, istigatrice, bestiale!
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Dio Dio Biblioteca Dio Dio
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