La scienza seria mi dice: - Dio non c'è: il tuo ideale è bambinesco; l'uomo si prepari il suo avvenire, l'uomo combatta, l'uomo soffra, l'uomo sia di questa terra! Oh che faccio per il mio avvenire? Se la verità è questa, e se è vero che la vita passa sì presto, e se è vero che il mondo è una commedia, che sono io e perchè mi tormento?
18 marzo. - Mi rifiuto alla pagliacciata che si farà dagli artisti. Anche le nuove mie conoscenze incomincieranno a dirmi originale. Che importa? Posso io fare lo sciocco e divertire gli altri, quando Tu domandi: "Qu'aviendra-t-il de moi?"
19 marzo. - Padre mio, l'hai tu sentito nella tua giovinezza questo strapotentissimo bisogno d'esser bello, d'esser felice, d'esser buono? - Se Dio non c'è, se la perfezione e la felicità dell'altra vita non esistono, l'uomo che su questa terra si sente l'anima così commossa, che si volge al cielo e dice: - Fammi esser bello e felice e buono - l'uomo non è uscito dal fango, sebbene imperfetto, turbato, sconvolto dalle passioni!
Oh li vedo, ora che passo del tempo fra la gente, certi uomini seri!... La politica è seria? L'arte? Le scienze? Li vedo; questi uomini sono indifferenti, fanciulli, senza passione: hanno anima? Essi certamente invidiano chi può nella quiete di uno studio essere indipendente, sciolto da ogni affare, solo, solissimo... Lo invidiano loro!
Dio mio, un anno solo, un mese solo, un giorno solo di quella felicità santa, piena, immensa che acquieti l'anima mia, un giorno solo, Ti prego! E poi lasciami pure al mio destino.
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Dio
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