- Ma no! sento solo le mie melanconiche fantasticaggini artistiche! Sento solo l'armonia del mio dolce passato! Ho sofferto, e i miei dolori non sono troppo preziosi, per mutarli nelle gioie banali di vita solita. (sera). - Oggi mi sentii poeta. Meditai una poesia, I morti, i morti all'ospedale e i morti in battaglia - i morti d'amore - i morti in campagna....
Lessi i ricordi della vita di Settembrini. Come mi sentii consolato! Che fede in Dio! Che amore nella sua donna! Che carattere! - Mio Dio! perché non sono vissuto nel tempo delle cospirazioni, dei patiboli, delle battaglie? A me che rimane? Lo sconforto!
11 aprile. - Sono otto mesi ch'io da mattina a sera aspetto una lettera di Lidia; che cosa mi potrebbe dire?
S'io mi trovassi padrone di trecento od anche di duecento mila lire, scriverei a Lidia: - Voi siete povera: ditemi quanto vi abbisogna per la vostra felicità.... Vi darei tutto. Avrei fatto il mio dovere dopo di avervi date tante proteste di affetto vero. - Dopo, colla coscienza forte e finalmente persuaso di aver fatto una buona azione, dopo mi voterei a Dio. Per andare missionario bisogna tanto denaro? Don Fedele non era ricco.
Fra tutte queste cose vecchie del mio studio, ho delle camelie in un vaso, camelie candidissime, camelie rosee... Perchè adorando i fiori, con dolcissima illusione, con irresistibile bisogno, adoro la donna?
Fanciulle belle e bruttine che passeggiate al sole, se sapeste il mio sacrificio! Nulla, nulla si cancella dall'anima mia e mi sento senza speranza, senza amore, con troppo amore!
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