Torno dalla chiesetta di Pinzano.... Perchè su nell'organo guardando giù la chiesetta innondata di luce e di incenso, mi sono sentito tanto commosso? Perchè ti ho desiderato con me?
Poveri contadini, che avete lavorato sotto la pioggia, nel letame, forse colpiti anche dallo sprezzo di noi che passavamo in carrozza, poveri fratelli che sorgerete a vendetta in un dì non lontano, beatevi del sole, dell'oro, dell'incenso della vostra chiesetta.... Contribuire a farvi gioire un po', un sol giorno nell'anno, è affetto, è delicatezza, è forse anche dovere.... Ed io come sono egoista!
(Sera). - Torno da Pinzano dove si è ballato,, e sono mesto come tutte le volte che vedo quel tripudio che a me non fu mai concesso. Penso che l'educazione che mi diedero i miei parenti fu santa, ma stupidina. Vedo anche i giovanetti delle famiglie che ricorrono alla Congregazione di carità, li vedo ballare.
Spettacolo triste! Sento sul volto la polvere che mi gettano i tacchi delle danzatrici: e sono quasi geloso delle mogli altrui.
In società sono uno sciocco, un collegiale. Che penso?
(Alba mestissima). - La natura ha una voce sconfortante per me! Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?... Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio.
25 ottobre. - Com'è bella la Natura, quando si ama! Splende il sole: il cielo è limpidissimo.
Volevo che queste pagine, fossero un libro di preghiera, e invece diventano una confessione di illusioni, di pazzie e di odii.
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