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      Mio Dio! e che fascino satanico in quella fascetta calda che si tolse, in quella camiciuola trasparente, in quelle braccia seminude, a quel profumo della carne! Quando penso a te e al nulla della mia vita come mi sento sconsolato! Ecco la mia voluttà: la melanconia del tuo ricordo.
     
      25 novembre. - Angelucci, vecchio ed illustrissimo pedante, viene a Milano, e presso i pedanti illustri di Brera, critica il mio opuscoletto sulle armi del museo archeologico. Che m'importa? Ma credevo quello studio una prima base, per farmi un po' di nome, per andare avanti, per rendermi degno di te. Che m'importa dell'archeologia? Sono artista e non antiquario: son poeta e non rigattiere. Ma mi sento sconfortato.
     
      27 novembre. - Ieri mi trovai coll'Angelucci. Il chiarissimo amico non moverà un dito per aiutarmi: e se gli venisse l'occasione, mi mozzerebbe anche la strada, parlando dei miei spropositi. Mille grazie. Per il nuovo lavoro che devo cucire avevo bisogno di un po' di coraggio. Mongeri mi spaura, Porro è indifferente e Angelucci mi lasciò freddo. Nessun passo farò: sono ricco, lo dicon tutti e me lo dicono.... Grazie. - Anche oggi devo aspettare l'Angelucci qui in casa. Oh questo mio studiolo dovrebbe per me essere un luogo di pace, di raccoglimento, un santuario di speranze: le mie belle armi, i mobili, la luce, il sole, il tuo ricordo....
      Da un po' di tempo, per queste mie sciocchezze d'archeologia, che non approdano a nulla, trascuro i poveri e mi faccio indifferente alla miseria altrui.... Ero sepolto, ero oscuro, ero rassegnato, ero buono, perchè ridiventai ambizioso e impaziente e credulo in un avvenire mio?


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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