Tormenti indicibili d'amore e d'odio, di gelosia, di furore! E c'è il mondo che vede, che parla, che vuol ciarlare, che ciarlerà: quindi io chino la testa, e mi soffoco: mi vinco, mi uccido, mi sbatto a terra e faccio l'indifferente!
L'indifferente?.... Fuggi! fuggi, lontano lontano, viaggia e dimentica. - Perdo in salute, peggioro il mio carattere: ma sto qui... - Ho letto con voluttà mestissima le mie ultime volontà a mia madre. O gente positiva, come ridereste voi se mi vedeste piangere! Mi ammalerò ancora? perderò i capegli? diventerò gentile nell'anima ma schifoso nel corpo?
- Prendi moglie, mi dicono gli amici, e una signorina mi fa tante gentilezze, una signorina ricca, d'ottima famiglia, e côlta.
(Sera). - A te, povero foglio di carta che puoi essere bruciato, a te consegno le espansioni dell'anima mia - il sangue del mio cuore.
S'avvicina Pasqua e spererò nel perdono di Dio. Dio non può perdonarmi.... Eppure ti prego ginocchioni: - Fammi morire, prima ch'io muoia maledetto dagli altri e fa che tutti sappiano ch'io muoio, augurando la felicità agli altri.
Rilessi le memorie dell'aprile dell'anno scorso. Dove seppellirò queste pagine?
15 aprile. - Ho messo in ordine queste mie cose vecchie. Ho cambiato di posto a' miei manoscritti e a' miei libri letti nella malattia del 1874. Per far luogo.... a che? Spero ancora di scrivere? - Oggi sono stanchissimo. Sono spossato dall'odio e perdono! Ma che scopo ha la mia vita? - Due dì fa sono stato a Limbiate: oh primavera! oh primavera, come io ti sento!
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