La barcona č una furbaccia, amicissima, prima di tutto, di quello che ha in tasca, poi de' suoi crediti, poi di quello che vorrebbe avere, poi del suo marebagno. La donnaccia sacramenta coi marinai quando č mal tempo, e quando č buono storce gli occhietti fra quei quattro peli di qua, di lā, a sommare gli avventori: ha il saluto per chi viene alla spiaggia a fare il bagno, non per chi, giā fattolo, se ne va: si dā colle mamme a persuadere i bimbi ritrosi che lā sotto l'onda ci sono i pesci d'oro, e i pesci d'oro alla sera portano ai buoni un bastimento con tanti marinai, tanti cuochi, tanti cannoni; fugge le nonne austere che non vogliono bagnare la loro autoritā: porge il cappellaccio e le scarpe alla marchesa: fa la sorda alle chiamate un po' volgari: promette sempre mare tranquillo fino a settembre: consiglia il bagno breve, ma la cura lunga: solleva dieci tele e si caccia, nč insidiosa, nč insidiata, nelle baracche, vede e non vede....
Ah donnaccia, se sei barchetta, hai satanasso in prora: troppi e troppe, peccatori tutti, colla fantasia venendo dietro a te, si sentono il sangue dare un tuffo e i nervi un pizzicore. Barchetta diavolessa! Ma che cielo stellato, che gran notte, che azzurro! Prosa, e sole di mezzogiorno: sollione.
E voi altre, brutte marinare? Nemmeno ricordo come abbiate nome. Tu che, sorridendo, mi auguravi il buon giorno? Tu che rubavi il bastimentino a' tuoi bruni bimbi per darlo agli inviziatelli cittadini, che strillavano a solo vedere un marinaio a schiena nuda?
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Barchetta
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