Ho a dirla?
(Egli, Gigio Augeri, su quell'orologio aveva misurato un paio di mesi desiosissimi, senza pace, senza voler più un amico, con una dolcezza e un tormento solo, dopo che Lei, Giulia, su quel ventaglio istesso, all'ultima festa da ballo aveva fatto scrivere per promessa una devise col certissimo toujours. E Gigio un giorno aveva succiato un bacio sulla manina paffutella di Giulia, e Giulia aveva sentito dal geloso gorgeretto per la spina della vita correrle un brivido d'amore. St, st, st. L'ho detto sotto voce e nessuno ha capito una parola, neanche quelli che hanno mangiato i vostri confetti, birichini). La storia è breve: aravate anime gentili: vi amaste: e, grazie a babbo di lui, a mamma di lei, eccovi i più dolci sposini nell'aspettare la felicità della felicità.
Dunque il bimbo d'altri era sulle vostre ginocchia, un idoletto su un altare.
E voi, a due voci: - Bello, bellissimo, a chi vuoi bene? A me o a lei? A tutt'e due istessamente. Bellissimo, chi sa come la mamma gioca con te! E il babbo? Ti vogliamo tanto bene anche noi. Danne dieci baci per uno....E come hai nome?
- Guido.
E qui, alla risposta di quel biondino, ecco il bisbiglio tra voi due:
- Sai, sposuccio mio, Guido è un nome gentile di maschietto.... di maschietto!
- Perchè sorridi, Giulia?
- Sempre daccapo a scherzarmi! Perchè?... Ma vedrai, giusto!... Mi ci metto, Gigio, di puntiglio!
- Magari....
- Scommettiamo, Gigio? Scommettiamo un cavalluccio con quattro ruote rosse, il primo balocco?
Il bimbo udendo a parlare di balocco, esclama, allargando le manine: - Per me?
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