Certo lei avrà disciolte le treccie, pungendosi colle forcelle, avrà spento le candele della toletta, trovandosi allo specchio brutta e cattivaccia, avrà tossito per implorare compassione...! Certissimo sarà nato quel che sarà nato, perchè al mattino alla spiaggia i due sposini (o amanti più che pallidi!) venivano ognuno col suo parasole, ognuno col suo ventaglio, ognuno col suo dispetto sulle labbra.
E andavano nell'acqua restii e paurosi.... Oh vedi! Lei a un tratto si lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo, giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti!
Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i fiotti, sì che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi e trepidanti. Poverino! Egli caccia sotto le mani e solleva su la personcina.
Lei, la bellissima, tosse infantilmente, mostra il seno commosso, e sorride spaurata, tra il gocciare dei capegli e delle mani tersissime, giunte in atto di chi ringrazia.
- M'hai dato uno spavento! - disse Gigio.
- Oh niente! Non so com'è stato! È niente sai? Per me, per te.... Ma se m'avesse veduto il mio Guido, allora sì, povero Guido.... che non c'è! - dice lei.
- Avrebbe pianto colla sorellina.... che anche lei ci sarà - aggiunge compiacente lo sposo.
- Guido e Bice? - conclude la sposa: - facciamo la pace.
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Gigio Guido Guido Bice
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