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      ... Ti dirò che una fanciulla bionda, la mia fanciulla che mi cantava le poesie d'Iddio e dell'amore, m'ha fatto piangere, e m'ha ammalato a letto. Mi offriva vaniglie, viole del pensiero, versi francesi, e sorrisi da santa Cecilia l'organista.... O marinara brunotta, sai che ti guardo e ti guardo!... I miei colori sono sbiaditi per il tuo ritratto. Dammi i tuoi: il nero de' tuoi capegli, la bragia delle tue carni, il verde-abisso delle tue pupille... Tu vuoi scendere dall'omnibus? Vengo con te! Andiamo sotto una palma. È troppo vicina a casa! Andiamo alla spiaggia. Insegna la strada a un povero forestiero. Andiamo alla spiaggia, o che ti strappo il guarnellino!
      Mi pare d'essere alla spiaggia... Sì o no?.... Il mare!... Venite, o poeti, giullari dell'ignoto: venite, o filosofi, perpetue gocce, che non cavant lapidem misterii: sibille, ossessi, dogmatici, pittori, idealisti, realisti, ed ubbriachi... No! nessuno di voi venga: di nessuno ho bisogno per abbuiarmi la mente: è già tutta una cappa di caligine: le vostre lingue di fuoco, passandovi, v'hanno lasciato un negro bacio. Facciamo un falò di tutte le bugìe delle scienze e dell'arti: sarà il faro a chi viaggia sull'immenso mare. Quanta vanità!
      Il mare!... È bello: ma a lui tendo le braccia invano. È infinito: là, là, sempre là, là, non c'è l'amore, ma la schiuma e l'amarezza: in fondo? giù? Mostri, schifosi polipi, ossame e putridume... O marinara brunazza, lasciami giù vedere la medaglietta che hai in seno. Ami tu le stelle?


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Iddio Cecilia