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      O santuario sull'estremo cocuzzolo del Gazzo, che di giorno vegli la vallea collo sfavillar della tua crocetta, e che di notte vegli sonnecchiando col lumicino minutissimo, se in te prega a quest'ora la monachina bianca, fa ch'ella pianga, guardando il bambinello della tua Madonna!... Io ti saluto dal mio sentiero e passo: cammino, sorrido, e vengo a te, melanconica chiesina delle sante litanie. Hai la gradinata su cui la vergine molinara ascende col libricciuolo nelle mani, col marinaio in cuore: hai la piazzuola col parapetto a sedile, da dove i giovinotti guardano innanzi la vita, sperando: hai la salita coi mattoni a spinapesce e i filari dei cipressi, sulla quale i vecchi la guardano indietro, invidiando. Andate, andate alla chiesina: voi ci vedete la bara: costoro che vengono dopo ci vedono il battesimo.... O bella gradinata! o bella piazzuola! M'affaccio dal parapetto e contemplo.... Il mare! gił, oltre la valle, come una fascia scintillante tra i vani delle case Sestrine, tra gli scheletri dei bastimenti su pel lido, tra il fumo delle incessanti officine. Oh mare d'acqua benedetta! Insidiosa d'ozi e d'amori, bellissima riviera genovese!
      Anch'io ascesi la gradinata, mi fermai sulla piazzuola, anch'io venni su per la salita alla chiesina del marinaio.... E vidi i voti: chi v'appese un nastro, chi una corona, chi un rozzo bastimentino, chi una fune, e un pezzo di vela....
      Anch'io pregai: anch'io vi posi un fiore....
     
     
     *

      * *
     
      O Virgo, hai le virgines.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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