E gli facciamo il funerale!
E tu, gioconda, fastosa, pomposissima bagnante, che hai scherzato con me? Forse tu nemmanco muoveresti un passo a porre un filo d'erba odorosa sul mio capo agghiacciato dopo tante febbri. Forse tu diresti: Non so quali sieno i fiori di cimitero.
Sono i più gentili, e non sono per te.
DESERTO.
Mare e cielo.
L'acqua del mare giace bigia e tranquilla, e sembra tratto tratto alzarsi con una oscillazione sola, vastissima, dispersa. Là dove la nostra fiacca pupilla dice: - è l'orizzonte - con un dolce movimento tremola una bianchezza lattea. Ma là non c'è la linea, il confine, la nostra imbecillità; là regna un deserto di luce, un'amplissima curva che si perde in un'altra curva, che finisce alla terra.... E il cielo dove incomincia ad essere azzurro? Dove finisce?... Perchè? perchè? perchè?... Quanto sperpero d'aria, d'acqua, e di pensiero! È l'infinito: tanto ne sa il teologo, come il chimico: quello freddamente lambiccante Dio dai volumi di san Tomaso; questo trionfante sulle sue formole che nulla hanno creato e nulla creeranno: tanto ne gode il poeta, il quale dall'Arte non trae che patemi; quanto il marinaio che dal mestiere guadagna il pane....
Mare e cielo! Vorrei correrli tutti! Essere un'onda spinta e risospinta, per vagare e vagare, per mutarmi in un fiocco di spuma al collo di un'ondina, e formare una collana di perle: essere un millimetro cubo di gas, per vagare e vagare, e correre ad accendermi vicino alle stelle d'Iddio.... Pavoneggiarmi un minuto, esser bello, adorare il Paganesimo, adorare il nostro Ieova, aver veduto il mare, il cielo.
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