Andiamo in là dove il fondo più s'inchina, sparso di ciottoloni: l'acqua è verdiccia: quando la batte il sole e l'illumina negli strati inferiori, a cerchio ballonzolano grottescamente le iridi sopra i ciottoloni.... Lontano, lontano andiamo, dove non ci sia più fondo, e il concavo dell'onda è turchino come solfato di rame, dove si vegga cielo ed acqua, la torma dei fiotti che non posa mai, la estensione aerea che non dà pace mai.... Andiamo innanzi ancora: lo stesso squallore portentoso dell'infinito.
Un giorno ho sognato la barchetta dell'amore, e, risognandola oggi, per ritrovarla ho detto: - Andiamo lontano lontano, anima mia.
Eccomi dove sognai! Ma la torma dei fiotti non posa mai, sotto la estensione aerea che non dà pace. Io voglio pace! chi mi concede pace? Quando l'avrò? Da chi?
Lontano lontano vedo galleggiare una strana barca di pioppo, una cassa da morto, vuota, senza coperchio.... È la barchetta?... Mi vi adagio, apro la bibbia che mi hai dato tu, fanciulla del mio dolore, perchè la mi serva di vela, e, lettore cullato, cappuccino nel gran coro sonante, e viaggiatore insolito, mi avvio lontano dove mi porta l'onda.... Più lontano ancora.... Non ispero incontrarti, o barchetta dell'amore che sognai un dì, no: sulla mia vela è scritto: - A chi molto amò sarà molto perdonato: - sulla tua, o spiensierata, o dorata, o tripudiante, le mercantesse e i mercanti hanno scritto somme e moltipliche col risultato: - Tutto è illusione!
Voi non vi scaldaste al sole dell'anima. Io non avrei il coperchio e fino all'ultimo minuto di mia vita riposerei lo sguardo su quel cielo che ho tanto e tanto amato!
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