- Ah che scetticismo!
- Che cattiveria!... Ma chi insegna a noi uomini ad essere così cattivi? Marchesa, prendo il cappello, per non essere obbligato a rispondere alla mia domanda.
SUICIDIO?
Oggi il mare ci fa un regalo. Strozzati lì in un canale della scogliera, si contorcono cinque o sei foglietti di carta. All'ora del bagno li vedevamo galleggiare, lucidi abbaglianti: stasera ci portano i numeri del lotto? Peschiamoli e vediamo. È carta scritta. Ma come? ci trovo delle parole, non so.... Prima che vadano a girare prosaicamente tra le gambe delle lavatrici di Cornigliano, peschiamoli e leggiamo, signora marchesa. Sono note? sono frammenti di un libro? Che diamine?... Senza commenti, proviamo a incominciare.
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Foglietto I. Nel dì de' morti. Venne nella casa la coltre del cataletto? Venne, come è destino, e si partì. Tutto si partì? Ecco il vuoto: ecco le religioni soccorritrici. Io so che qualcosa si affaccia agli usci, tiene in rispettoso timore i vivi, guarda le gocce di cera sul pavimento o i petali sparsi di qualche fiore o la segatura, fa più triste il silenzio, più desolato il disordine, occupa nessun posto, e li occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa pel fumo delle torce l'ultima preghiera morente del corteo che sfilò, la prima parola di comando che disse l'erede, saluta gli oggetti che saranno dati ai legatari, s'appiatta dappertutto, sbuca dalle pieghe del testamento e domanda: - È finito? - È finito: il morto viaggia al cimitero. All'indomani tutto sarà come prima, come un mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto: pare impossibile che possa essere altrimenti.
| |
Cornigliano
|