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      ... quattro prospettive sceniche di sedi olimpiche. Nei vestiboli lastricati di marmi o s'adagia un larghissimo scalone, coi lioni maestosi, veglianti sui piedestalli, oppure un velo d'acqua frescamente scende a bagnare le muscose spalle di due cariatidi reggenti la conchiglia, oppure tra le colonne appaiate scintilla, come sfondo, l'azzurro mare e il cielo secato dagli apparecchi aerei delle infinite alberature. Vi sono scalee che danno a cortili, e nuovamente cortili che danno a scalee, e su ancora.... Arriviamo ai terrazzi, alle logge, ai giardini sostenuti da baluardi, agli elisi, ove le rose e gli aranci, la flora ligure venustissima non suade che amori, coi profumi spossatori dei talami sempre fecondi. E vi sono scalee che accedono alle straricche anticamere e agli appartamenti: ori, pietre, stucchi, cristallo, basalto, alabastro, colonne doriche, ioniche, corinzie, tele, freschi, statue, tutto vedi.... Cioč, non vedi niente: perchč subisci lą dentro un'arte sola strapotentissima, la seduzione. Lą comprendi quella incasta mitologia del decadimento, lą fremi all'incondito atteggiarsi delle Veneri, lą capisci che la Medicea formosissima non č donna, perchč perfetta. Sui terrazzi, ove ghignano i mascaroni e nelle sale ove stringono l'occhietto le ninfe, una ebrietą di tripudi ti dą il capogiro.... La dama, di cui si sparge l'olezzo mondano, la dama che imagini con te, la vorresti coi nči, colla cipria, colla sapiente raffinatezza del secolo pettegolo, colla insidia vampirica delle corti di Francia, nata espresso per esser civetta e dannatrice accorta d'uomini.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Veneri Medicea Francia