Opera la carità col cuore, che è carità indefinita, non colla mano, che è misurata.
L'anima precorre tempo e spazio, e non è come l'occhio, che crede cominci il cielo dove comincia l'orizzonte.
Meditai, cercando la solitudine, e scrissi appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'avere pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che resterà di queste pagine?
CORRISPONDENZE.
DALL'OROPA.
(LETTERE DI LAURA ALL'AMICA).
I.
Oropa, 11 luglio 1874.
Amica,
Credimi, amica mia, accompagnare questa data di tempo, 11 luglio, con quest'altra cara di luogo è una vera fortuna: io lo so! Ieri notte a Milano agitavo il ventaglio sì rabbiosamente da lacerarlo, oggi a sera, guardando sui monti i lumi accesi, indovinavo i focolari, e senza affatto paura tra la queta famiglia dei boscaioli fingevo un posticino anche per me ad ascoltare le vecchie istorie delle valli. Toltami finalmente all'afa di Milano e rinfrescatemi le labbra con un'acqua purissima, sento bisogno di fare qualcosa o per lo meno di chiacchierare un pochino. Se mi ascolti, quando ti rivedrò prometto farti tanti baci di più, e di dirti ancora la mia compiacentissima amica.
Da Milano a Biella voler descrivere il viaggio sarebbe come dire: - Leggi l'orario e ti divertirai! - Sì, una monotonia, un piano, una noia da far piangere, quando si rammentino le vetture dei nostri nonni.
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