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      No! ma mi sveglia, picchiando sull'uscio colla nocca delle dita, la bagnina, che ha tanto coraggio d'augurarmi il buon giorno! Cattivissima e ruvida, a cinque ore! Sonnolenta, brontolona, freddolosa, raccolgo le poche robe, mi involgo in uno sciallo, e scendo al bagno. L'acqua č cosė fredda che manda il sonno a mille miglia, e, stringendo le gambe e le braccia come con tante anella d'acciaio tagliente, fa sentire strapotente il bisogno di un moto il pių accelerato. Gli č in quest'ora che pei corritoi vedi correre gli uomini imbacuccati nelle copertone di lana, e le signore scendere in giardino al primo raggio di sole.
     
     
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      Dopo la colazione, ad ore otto, lo Stabilimento a poco a poco si acquieta: i signori escono a passeggio, e di solito verso il santuario dė Oropa, le signore si chiudono nelle camere: solo si vede qualche crocchio di politici, in cui biancheggia la Gazzetta del Popolo, l'Opinione, la Nazione e altre carte imbrattate: qualche romantica e qualche romantico, coll'albo o con un libro, si dilungano gių pei viali ombreggiati del monte. Buon disegno e buona lettura. Per me li ammiro e vorrei.... Ma oh! vedi prosaccia, batto i denti, solo pensando che m'aspettano, a undici ore, la doccia e l'orizzontale. Sai, amica mia, e l'una e l'altra danno tante migliaia di trafitture di ghiacciuoli spietatissimi , sė che ci sarebbe da gridare, credendo di essere conci come pelli da crivello!
     
     
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      Alle dodici e mezza squilla la campanella del pranzo.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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