Poi fra le danze e i complimenti, c'intrattenemmo discorrendo della giornata, e ognuno facendone la chiusura colle più grate lodi. Non era finita, no! Con grande sorpresa, a dieci ore, squilla la campanetta degli arrivi, e s'odono la voce del maggiordomo e i passi di nuovi venuti. Chi saranno? a quest'ora? che?... Entra nella sala un'elegante dottore Dulcamara, con uno spigliato moretto: quello pieno di gentilezza per le signore, e questo di regali: lo specifico elisire ci venne offerto con canto briosissimo e con lazzi sollazzevoli da eccitare le risa le più belle. La sera si passò piacevolmente, e a mezzanotte la sala era ancora lieta e affollata.
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Il dì dopo a mattina, molte camerine di bagno furono deserte, ma a capo di molti letti posava il mazzetto di fiori offerto, gentile testimone alla schietta gioia della sera e del placidissimo riposo della notte.
E s'io ebbi il mazzetto ti confesserò a voce, e in un orecchio ti dirò....
LAURA.
DALL'OROPA.
(LETTERE ALLA Vita Nuova.)
I.
Dallo Stabilimento Idropatico Mazzucchetti.
All'altezza di mille metri press'a poco sul livello del mare, tra il flagellare rabbioso della doccia orizzontale, della pioggia, del soffione, della circolare, e le bastonature della colonna mobile e il rombare cupo dell'acque che s'avventano nelle vasche dei bagni scozzesi, colla massima convinzione affermo e provo che, fra i sorrisi delle bocche contente, a questo mondo si deve porre non ultimo quello dell'uomo, che, uscendo di sotto ai freddi portici di uno stabilimento idropatico, va alla sala di lettura, e, per aspettare la tarda campanella del pranzo, piglia un giornale qualunque, e due, e tre.
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Dulcamara LETTERE ALLA Vita Nuova Stabilimento Idropatico Mazzucchetti
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