Partito. Al caffè non si trova più una persona, che c'inviti a quattro asciuttissime chiacchiere: la frutta è cara: il caldo addoppia, lo dice il termometro della Galleria. E come si dorme? Come si ha appetito? Come si passeggia e si accudisce agli affari? Eh lo sapete, il lenzuolo è di
troppo: il ghiaccio rovina i denti: i boschetti incominciano a perdere il loro verde intenso, se non piove! Si dorme allo scrittoio, si appisola negli uffizi, si russa nelle chiese e nelle caserme.... Mi ricordo che in una di quelle giornatacce da forno m'era saltato un ghiribizzo strano, caldo caldo: eh! quistione di nervi, sicuro, e vi dirò che.... - così ciarla l'uomo, e lascia il giornale, si guarda l'unghie, che forse sono ancora livide per la doccia, dà una stropicciata alle mani, vede dalla finestra passare di fuori, galoppando, una signora imbacuccata nello scialle: si sente un brivido all'osso sacro e capisce che non ha fatto bene la sua reazione. Allora sorride.... Uomo contento! esce dalla sala, è innondato di sole, è avvolto nell'aria frizzante, vede monti e valli e cielo e cielo: giù il piano sterminato: muoiono le tinte verdi nelle azzurre: spiccano paesetti, città, serpeggiamenti d'acque: poi si stende come un mare trasparente e celeste, una vastità fantastica, un regno di vapori....
Quell'uomo è contento. Lo volete contentissimo? Supponete ch'egli sia un giovanotto, il quale non pensi di correre dietro alla signora infuriata, nella veste da camera, colle ciabatte senza tacco, col naso rosso e i capegli impastati sulla fronte (marchesa, mi perdoni!
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