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      ): supponete che salga gli ottanta gradini della scala, fra la parata dei lenzuoli, e giunga alla sua cameretta. Questa è piccolina, col bel letto di ferro, gaia, colle persiane rinfrescate da riflessi verdi chiarissimi, col calamaio secco e la penna rugginosa.... Bene! Scriviamo agli amici, poco, pochissimo, quello che si potrà: già ci sono le circostanze attenuanti.... Che cosa scrivere?... Giuro che la doccia smorza la fiaccola della fantasia, l'orizzontale cambia il cuore in un pezzo di ghiaccio, e il semicupio ad acqua corrente ci condanna a bassa prosaccia. Che cosa scrivere?... Nella camerina, ad un piuolo pende un cappello biellese che ha un mazzetto di rododendron nella ghiera, un fiocco di mignin morbidissimo, una vaniglia, una concordia e una violetta del pensiero: poveri fiori appassiti in quattro giorni! Sul tavolo c'è una Guida, con un itinerario attorno al Monte Rosa, segnato da grandi chiazze bianche che vogliono dire ghiacciai, da nomi francesi e tedeschi, da vene lattee di torrenti: lì in un canto c'è un lungo bastone, che, come quello di santo Antonio, porta legato all'estremità il conforto dei pellegrini: eccovi la fiaschetta impagliata del rhum.... Il giovanotto lascia la penna, e colla matita schizza lo stemma del Club Alpino, lo scudo colla stella, sormontato dall'aquila coll'ali tese, accompagnato dal cannocchiale, dalle corde, dal piccone, dalla scure. Il giovinetto lascia la matita e rimane appensato. Non sono i monotoni ricordi della città! Non l'acre ridestarsi di quei ghiribizzi strani, che si guariscono coll'idropatia!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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